Verso la fine del 2014 è uscito il disco “Vally doo” di Valentina Mattarozzi. Un disco ricco di ospiti, affidato a tre produttori artistici, con diversi brani in italiano ed in inglese.
Chiediamo subito a Valentina qual è stato il percorso di questo esordio e come sono arrivate le collaborazioni con i produttori e gli ospiti (tra questi Iskra Menarini, Bruno Mariani, Vigù….). Raccontaci cosa contiene questo tuo esordio.
Se l’universo è nato dal caos, il mio disco è nato per caso. Doveva essere una sorta di festeggiamento per gli ultimi anni passati con i miei musicisti con cover jazz blues e pop rivisitato a swing, poi invece di cover ne è rimasta solo una. Tutti gli altri brani sono stati scritti da me o dai miei amici. Tutto il caso o caos è iniziato con una frase di Vigù: ”Vale, ti ho scritto una canzone”. E in una settimana è decollato il nuovo progetto. William manera mi ha portato Vally Doo e Ad Ogni costo, Io avevo già nel cassetto Senza paracadute e nebbia e si è aggiunto Francesco cavaliere con i tre brani in inglese, No lies, I’ve been so blind e When it comes to music.
Iskra la conosco da tanto tempo, è stata la mia insegnante, quando ha saputo che stavo pensando di incidere il disco mi è venuta subito ad aiutare. Generosa di voce e di cuore, mi ha fatto conoscere Bruno Mariani, anche lui una persona fantastica, oltre che un musicista unico. E tutto si è incastrato come per magia anche con gli altri musicisti e collaboratori.
Perchè “Vally Doo”? Ci sono degli aneddoti dietro questo nomignolo?
Vally Doo è un mio soprannome. William Manera ( assieme a me e a Renato Droghetti uno dei produttori dell’album) che ha scritto questa canzone ha voluto farmi un regalo e un omaggio. Il testo racconta di un periodo particolare, di quando vivevo in un contesto a me non congeniale, ma che poi mi ha dato la spinta a dare la svolta nella mia vita.
Il tuo background è blues e jazz e tu stessa sei un’artista che ama esprimersi dal vivo. Come’è un tuo concerto? Ti affidi agli stessi musicisti che hanno inciso l’album?
Salire sul palco e dare istantanee di emozioni è il mio scopo. Ho tante formazioni, dal jazz al blues, dal pop al soul, toccando anche il teatro canzone. Lavoro con musicisti fantastici tutti duttili e veloci nel capire come dovranno trasformarsi musicalmente in quel contesto. Tra di essi ci sono anche quelli che hanno condiviso con me la realizzazione dell’album.
Il tuo album è uscito per un’etichetta indipendente bolognese: San Luca Sound. Le piccole etichette sono ancora fondamentali per lavorare con la qualità della musica?
Sono fondamentali per dare libero sfogo a tutta quella musica che le Major ignorano. Alla fine la vera ossatura della discografia italiana (intesa come innovazione musicale e nuove proposte) la si deve proprio per le case discografiche indipendenti.
Ogni tuo singolo è corredato da un videoclip: abbiamo notato una certa cura nella realizzazione. E’ vero che il video è uno strumento fondamentale per la promozione della musica? Come la pensi?
È un biglietto da visita e racconta una storia. E’ importantissimo a livello comunicativo e se è vero che internet con tutti i suoi portali più famosi, sarà il più importante media nel futuro, allora i videoclip sono fondamentali per farsi conoscere. E’ anche uno strumento molto immediato per arrivare agli ascoltatori e possibili futuri tuoi proseliti. Poi sinceramente quando ero un ragazzina volevo diventare regista, quindi adesso con i video clip mi sto pure divertendo un sacco a scrivere gli story board ed il soggetto!
“Senza paracadute” è il tuo ultimo singolo (attualmente in diverse importanti classifiche). La tematica è importante “La separazione”…ce la spieghi?
Il problema della separazione è purtroppo diventato una tematica sociale. Basta andare a far la spesa al supermercato e si potrà notare che i monodose hanno invaso gli scaffali. Questo perchè in tanti rimangono soli. Abbiamo scoperto a nostre spese che la famiglia di un noto marchio di merendine non esiste se non nelle pubblicità. La società è cambiata ci si è evoluti o meglio, involuti, perdendo inesorabilmente dei valori. L’insoddisfazione dilaga e la ricerca della felicità nella esteriorità è un fallimento ulteriore. Chi inizia un percorso assieme ad un’altra persona incontra ostacoli invalicabili socio culturali, che sono radicati nella propria cultura-noncultura e che portano inesorabilmente al fallimento della coppia. Io ci sono passata direttamente ed ho scritto la canzone la quale ahimè è autobiografica. Ci si trova senza paracadute a migliaia di metri dal suolo, su una nuvola fatta di illusorie certezze. Ad un certo punto ci si accorge che la nuvoletta non esiste più. E cadi. Ti sfracelli al suolo inesorabolmente. Poi con fatica ti rialzi e torni a correre, con una consapevolezza di te ed una maturità nuova nella tua vita. Io ho cercato con ironia e comicità di spiegarla.
Progetti per il 2015?
io non faccio mai dei veri e propri progetti, intanto mi godo la promozione dell’album e proverò a divertirmi e spero a far divertire!
A cura di David Bonato